SENSIBILITA’ E SPECIFICITA’ DEI SEGNI CLINICI PER VALUTARE LA DISIDRATAZIONE IN ATLETI DI ENDURANCE

L’obbiettivo di questo studio era quello di studiare l’accuratezza diagnostica dei segni di disidratazione più comunemente usati nei maratoneti. I segni/sintomi che sono stati posti sotto osservazione erano: turgore cutaneo, secchezza delle mucose orali, occhi affossati, incapacità a sputare e sensazione di sete. La loro accuratezza diagnostica era valutata attraverso la comparazione con la variazione del peso corporeo pre e post attività. Questo infatti, rappresenta per semplicità e basso costo il parametro normalmente utilizzato per verificare lo stato d’idratazione dell’atleta. Nello studio sono stati reclutati 606 atleti partecipanti alla maratona del 2006 di Auckland in Nuova Zelanda. I soggetti venivano pesati prima ed immediatamente dopo la gara con la maglietta e senza scarpe. I cinque segni citati venivano valutati da un esaminatore immediatamente dopo la gara e prima di bere qualsiasi tipo di liquidi. I risultati mostrarono che solo tre segni clinici erano associati con la variazione percentuale del peso perso ed in particolare l’affossamento degli occhi, il turgore cutaneo e la sensazione di sete. Al contrario l’abilità a sputare e la secchezza delle mucose orali non erano in relazione con la percentuale del peso perso. Nessun segno/sintomo di quelli osservati mostrava un accettabile validità nel rilevare una perdita di peso uguale o superiore al 3%. In conclusione quindi secondo quanto emerso da questo studio, i cinque parametri assistiti, turgore cutaneo, secchezza delle mucose orali, occhi affossati, incapacità a sputare e sensazione di sete non sono in grado di identificare con precisione i corridori che alla fine della maratona hanno perso più del 3% del peso corporeo. La limitazione principale di questo studio riguarda la metodologia con cui è stato eseguito, infatti, i segni/sintomi di disidratazione venivano accertati da un solo esaminatore che doveva operare nel fine gara in tempi molto ristretti. Ricordando che il mantenimento di un livello di disidratazione inferiore al 2% del peso corporeo è un obbiettivo fondamentale per raggiungere una prestazione di alto livello, questo studio permette di sottolineare ancora una volta l’importanza del monitoraggio dello stato d’idratazione dell’atleta. A questo proposito, nonostante ci si sforzi di trovare ulteriori marker da utilizzare, la classica “pesata” prima e dopo l’attività rimane il sistema più semplice, affidabile e di minor costo. A qualsiasi livello questo tipo di monitoraggio così come una corretta alimentazione andrebbe insegnato fin dalle categorie giovanili, in quanto è sempre molto difficile modificare le abitudini delle persone, anche se atleti, in età adulta. Riferimento J. McGarvey, J. Thompson, C. Hanna, et al. Sensitivity and specificity of clinical signs for assessment of dehydration in endurance athletes, British Journal Sports Medicine 2010 44: 716 – 719.